By Redazione
Per sviluppare sistemi di coltivazione sempre più sostenibile e per affrontare i cambiamenti climatici, i sensori si stanno rivelando alleati preziosi e affidabili che rispondono alle esigenze dell’agricoltura di precisione. L’Università Campus Bio-Medico (UBCM) di Roma e il Centro Ricerche Enea di Frascati, in collaborazione con l’Università di Napoli Federico II, hanno sviluppato una tecnologia “indossabile” utilizzando sensori in fibra ottica da applicare direttamente su piante e frutti per monitorare la crescita e lo stato di salute.
Questi sensori hanno caratteristiche diverse in base alle parti delle piante dove raccogliere dati (stelo, foglie o frutti). Gli scienziati hanno lavorato sulle colture più diffuse, quali il pomodoro, il melone e la zucchina e altre piante particolarmente utilizzate dall’industria, ad esempio il tabacco. L’obiettivo è quello di ottimizzare la produzione agricola ma anche delle piante ornamentali.
I sensori applicati alle piante e ai frutti hanno un’elevata capacità di monitorare la crescita, ad esempio l’allungamento dello stelo o la circonferenza dei frutti, coltivati sia indoor sia in campo dove riescono a rilevare le variazioni delle condizioni climatiche e ambientali, umidità e temperatura. Si tratta di sensori su misura che si applicano come un cerotto, facilmente ancorabili alle diverse parti delle piante, biocompatibili e con una struttura molto flessibile rivestita in silicone. Questa tecnologia permette di migliorare la gestione delle piante e incrementare la produzione agricola fornendo dati in tempi brevi e senza danneggiare i vegetali.