L’Italia eccellenza del riciclo
L’11 dicembre 2025 si è svolta a Milano la Conferenza Nazionale sull’Industria del Riciclo 2025, organizzata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con il Conai e Pianeta2030/Corriere della Sera. Il Rapporto Il Riciclo in Italia 2025, realizzato con il coinvolgimento delle 19 filiere e dei Consorzi, parte da un dato Eurostat: in Italia nel 2024 il tasso di utilizzo circolare dei materiali, quelli forniti dalle attività di riciclo in sostituzione di materie prime vergini, è stato del 21,6%, in miglioramento dello 0,5% rispetto all’anno precedente. Rispetto alla media UE che si ferma al 12,6% e alla Germania che ha raggiunto il 14,8%, l’Italia ha raggiunto un buon risultato, dimostrando che l’industria del riciclo per il nostro Paese ha un ruolo particolarmente strategico. Sia da un punto di vista ambientale sia per la competitività della nostra manifattura.
Si attende in Europa il nuovo Regolamento sugli imballaggi per i rifiuti alimentari e per quelli tessili, in particolare, che dovrebbe fornire ulteriori spinte anche all’industria del riciclo.
Se da un lato le performance italiane sul riciclo sono state eccellenti, dall’altro, come ha sottolineato in apertura della Conferenza Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ed ex Ministro dell’Ambiente, si importano ancora troppe materie prime a scapito della competitività del nostro sistema economico e della nostra autonomia e sicurezza. Il costo delle importazioni di materiali in Italia è salito da 424,2 Mld di € nel 2019 a 568,7 Mld di € nel 2024 (+ 34%). Un aumento dovuto più che ai volumi ai continui aumenti dei prezzi delle materie prime.
Una spinta per il sistema economico
Le attività industriali di riciclo dei rifiuti, secondo i dati Eurostat più aggiornati, si confermano di grande rilievo per l’economia italiana. In Italia, su un totale di 160 Mt di rifiuti trattati (urbani e speciali), ne vengono avviati a operazioni di riciclo ben 137 Mt. Nell’edizione del Riciclo in Italia 2025, è stata realizzata per la prima volta, in collaborazione con CONAI e il supporto di ISPRA, un’analisi approfondita della produzione nazionale di materie prime seconde (MPS) derivanti dalle attività di riciclo dei rifiuti urbani e speciali.
Di fatto, l’Italia ricicla l’85,6% del totale dei rifiuti gestiti, a fronte di una media europea del 41,2%. Rispetto agli altri principali Paesi UE, l’Italia realizza performance decisamente migliori, superando gli altri Paesi di oltre 30 punti percentuali.
Il tasso di riciclo effettivo ha continuato a crescere, passando dal 75,6% del 2023 al 76,7% nel 2024. Questo incremento è dovuto principalmente all’aumento dei volumi di imballaggi riciclati nelle filiere del legno e della plastica, al riciclo di rifiuti urbani. Buoni anche i risultati del riciclo di oli, pneumatici, tessile, vetro, carta, metalli, legno, inerti.
Sorvegliati speciali
Tuttavia non mancano le criticità che riguardano in particolare la crisi del riciclo delle materie plastiche e un incremento della crescita del riciclo dei RAEE.
A pesare sul riciclo della plastica sono i prezzi e i margini di reddittività, le giacenze invendute con conseguente difficoltà di smaltimento e intasamento delle discariche. Sui RAEE che attualmente si riciclano al 30% c’è ancora molto da fare anche in considerazione del fatto che sono materie estremamente preziose, il cui costo di approvvigionamento è elevato. Di fatto sono una miniera disponibile, basti pensare alla quantità dei rifiuti da apparecchiature elettroniche ed elettriche che meritano nuovi investimenti in impianti per un riciclo avanzato.


