di Marco Migliari
La “pelle” derivata dal micelio, l’apparato vegetativo dei funghi formato da filamenti, è stata da tempo individuata come potenziale sostituto delle pelli animali, ma il suo utilizzo è stato rallentato dal processo di crescita naturale incontrollato, che variava in modo imprevedibile la resistenza alla trazione, lo spessore e la traspirabilità. Questi fattori hanno ostacolato la sua idoneità per le esigenze del settore dell’abbigliamento e delle calzature, fino a quando l’azienda MycoWorks (https://www.mycoworks.com/), fondata nel 2016 che ha raggiunto un fatturato di 62 milioni di dollari, ha progettato e realizzato un sistema produttivo per ottenere una “pelle” idonea alla produzione di accessori denominata Fine Mycelium, fornita ad aziende della moda, tra cui Hermès.
Il sistema esclusivo della crescita del micelio è essenzialmente costituito da un contenitore a forma di vassoio, progettato per facilitare il movimento di un gas attraverso la miscela di micelio, che mantiene le condizioni ideali per programmarne una crescita controllata. La produzione è stata poi automatizzata, sostituendo i processi manuali in modo da migliorare la qualità e la standardizzazione del materiale finale e consentire la sua completa tracciabilità. A differenza delle pelli tradizionali, il processo di Fine Mycelium consente di dimensionare e sagomare su misura i vassoi per far crescere il materiale fino a determinate dimensioni e con proprietà omogenee, a seconda dei requisiti funzionali definiti attraverso un processo di co-design con progettisti e imprese committenti.
Applicazioni di moda
Le aziende calzaturiere che hanno ottimizzato il processo di lavorazione per ridurre i componenti della tomaia a un solo pezzo, utilizzando il materiale MycoWorks Fine Mycelium, possono coltivare la “pelle” nelle dimensioni e nella forma richieste per una tomaia di scarpe, ottenendo uno scarto potenzialmente nullo. Il costo del Fine Mycelium è attualmente superiore a quello della pelle animale, ma si ridurrà fortemente con l’aumento dei volumi di produzione.
Inoltre, sono stati sperimentati dei “tessuti” di micelio contenenti sostanze vegetali vergini e riciclate, compresi sughero, fibra di cocco e altri rifiuti agricoli. In questa direzione diventano ulteriormente evidenti i benefici ambientali dei materiali a base di micelio, che prevedono l’eliminazione dell’uso di metalli pesanti, l’assenza di plastica (che è presente in alcuni altri materiali alternativi alla pelle), l’esclusione della macellazione degli animali e la circolarità generativa dei materiali, per soddisfare la crescente domanda dei consumatori di prodotti di abbigliamento e di calzature ecologici.